Oro e luce: la doratura come linguaggio dell’anima
L’oro nelle opere lignee non è semplice decorazione: è simbolo di luce divina. Ogni foglia d’oro applicata sul bolo rosso crea un ponte fra terra e cielo. Le dorature antiche, spesso annerite o ossidate, racchiudono una storia di devozione e maestria artigianale.
Il restauro di una doratura inizia con la pulitura, ma non basta “togliere lo sporco”. Occorre distinguere tra patina nobile e alterazione dannosa. Il restauratore analizza i materiali originali — bolo, missione, vernici, oro zecchino — per scegliere il metodo di intervento più rispettoso.
La reintegrazione della foglia perduta avviene con tecniche tradizionali, utilizzando oro a 23 carati e pennelli di martora. Ogni nuovo frammento viene brunito a pietra d’agata per fondersi con l’antico, ma resta riconoscibile a chi osserva da vicino. È un linguaggio di verità e delicatezza.
Il restauro di una doratura è un atto quasi liturgico: il gesto lento, il respiro controllato, la luce che torna a vibrare. Quando il riflesso dorato ricompare, l’opera riacquista la sua voce sacra.