Il colore che non muore: chimica e fascino della calce
Nella pittura murale, la calce è regina. Mescolata con pigmenti naturali, diventa veicolo di colore e di durata. È grazie a essa che i rossi pompeiani, gli azzurri lapislazzuli e gli ocra delle chiese medievali hanno attraversato i secoli.
Il restauratore deve conoscerne i segreti: le reazioni chimiche che trasformano l’idrossido di calcio in carbonato, la sensibilità ai sali e ai cambi di pH, la porosità che permette alla parete di respirare. Ogni affresco è un equilibrio tra scienza dei materiali e magia del gesto pittorico.
Nel restauro, ricreare la compatibilità con la calce originaria è fondamentale. Consolidanti acrilici o resine sintetiche possono alterare l’equilibrio interno e compromettere la traspirazione. Solo prodotti naturali, reversibili e compatibili garantiscono un futuro autentico all’opera. La chimica della calce non è solo una formula: è un linguaggio di rispetto tra materia e tempo.