Bronzi nella città: correlazioni tra patina, corrosione e contesto urbano
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Posted By poderosiarte
La superficie di una statua bronzea è la sua storia visibile: patine verdi, incrostazioni scure, aree di perdita metallica raccontano l’interazione tra metallo e ambiente. In ambienti urbani, l’anidride solforosa, gli ossidi azotati e le particelle fini accelerano la corrosione; in aree marine, il cloruro provoca fenomeni di “bronze disease” (corrosione attiva). Il restauratore deve interpretare questi segnali come un alfabetiere chimico: leggere quali sali si accumulano, dove la pellicola protettiva è stata compromessa e quali sono le cause ambientali.
Tappe operative:
- Diagnosi — prelievi superficiali, spettroscopia XRF, analisi di cristallografia dei prodotti di corrosione; fotografie macro e microfotografie; mappatura delle lesioni.
- Progettazione — scelta di strategie (passivazione, rimozione delle corrosioni attive, protezione a barriera) e definizione dei materiali compatibili.
- Intervento — pulitura meccanica e/o chimica, neutralizzazione dei sali clorurati, eventuale consolidamento; sempre eseguendo test su campioni.
- Verifica — prove di laboratorio post-intervento, analisi di superficie e prove di adesione di eventuali protezioni.
- Monitoraggio — installazione di sensori ambientali e ispezioni periodiche per intercettare ritorno di corrosione.
Citazione: “La conservazione non è un atto isolato ma un patto con l’ambiente”