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Biocidi nel Restauro: Guida all’Uso Consapevole per il Controllo di Muffe e Insetti

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Posted By poderosiarte

Introduzione: Il Nemico Invisibile del Patrimonio Culturale

Il mondo dei Beni Culturali è in una perenne battaglia contro agenti di degrado invisibili ma implacabili: i biodeteriogeni. Questi organismi, che includono muffe, funghi, batteri, insetti xilofagi (amanti del legno) e altri micro e macroorganismi, si nutrono, colonizzano e deteriorano i materiali costitutivi delle opere d’arte, minacciandone l’integrità e la stessa sopravvivenza. Il restauro, quindi, non può prescindere da una conoscenza approfondita dei biocidi – sostanze chimiche o fisiche atte a contrastare queste forme di vita – e del loro uso consapevole, etico e sicuro. Questo articolo si propone come una guida completa per orientarsi nella complessa scelta e applicazione di questi prodotti, bilanciando efficacia, rispetto per l’opera e sicurezza per l’operatore e l’ambiente.

Capitolo 1: I Nemici in Campo – Tipologie di Degrado Biologico

Prima di scegliere l’arma, è fondamentale conoscere il nemico. Il degrado biologico si manifesta in varie forme:

  1. Muffe e Funghi: Microorganismi che proliferano in ambienti con umidità relativa superiore al 65%. Si nutrono di materiali organici (colla, carta, legno, tessuti, leganti pittorici) causando:
    • Danni Estetici: Macchie di varia colorazione (nera, verde, rosa) che alterano irreversibilmente la cromia originale.
    • Danni Strutturali: Enzimi prodotti dai funghi demoliscono le fibre cellulosiche del legno e della carta, rendendoli fragili e polverulenti.
    • Rischi per la Salute: Le spore rilasciate nell’aria possono essere allergeniche o tossiche per l’uomo.
  2. Insetti Xilofagi: Sono il terrore del patrimonio ligneo. I più comuni sono:
    • Tarlo Comune (Anobium punctatum): Scava gallerie nel legno, lasciando i caratteristici fori di sfarfallamento.
    • Capricorno delle Case (Hylotrupes bajulus): Estremamente distruttivo, attacca il legno di conifere, compromettendone la resistenza meccanica.
    • Lyctus: Specializzato in legni con alto contenuto di amido (es. noce, rovere).
    • Termiti: Sono i più pericolosi, in grado di divorare intere strutture dall’interno, formando colonie sotterranee.

Capitolo 2: L’Arsenale del Restauratore – Tipologie di Biocidi e Metodi di Intervento

L’approccio al trattamento biocida è duplice: chimico e fisico.

A. Biocidi Chimici

Sono formulati liquidi o in gel che agiscono per tossicità chimica sull’organismo bersaglio. La scelta dipende dal materiale, dal tipo di infestazione e dal contesto.

  • Funghicidi e Algicidi:
    • Sali di Ammonio Quaternario: Sono tra i più sicuri e utilizzati. Hanno bassa tossicità per l’uomo e sono efficaci contro muffe e alghe. Agiscono disgregando la membrana cellulare.
    • Benzalconio Cloruro: Un comune sale quaternario, molto efficace in soluzione acquosa per il trattamento superficiale di muri, pietra e legno.
    • Tiabendazolo: Fungicida specifico e selettivo, spesso usato in sospensione per il trattamento di dipinti e carte, dove è richiesta un’azione localizzata e non invasiva.
    • Acido Peracetico: Potente biocida ad ampio spettro, usato in ambienti confinati o in camere a fumigazione. Richiede grande esperienza per il suo potenziale ossidante.
  • Insetticidi per il Legno:
    • Piretroidi Sintetici (es. Permetrina, Deltametrina): Sono i più diffusi. Hanno bassa tossicità per i mammiferi ma alta neurotossicità per gli insetti. Agiscono per contatto e ingestione, con un effetto residuale che protegge il legno nel tempo.
    • Fosfine (Fosfuro di Alluminio/Magnesio): Usati in forma di pastiglie per la fumigazione in atmosfere confinate (es. container, celle sigillate). Il gas liberato (fosfina) è estremamente efficace e penetrante, ma altamente tossico per l’uomo, richiedendo protocolli di sicurezza severissimi.
B. Metodi Fisici e Meccanici

Sempre più preferiti per il loro minore impatto ambientale e l’assenza di residui chimici.

  • Atmosfere Modificate (Anossia): Principe della conservazione preventiva fisica. Si sostituisce l’ossigeno dell’aria (necessario alla vita) con un gas inerte, solitamente Azoto (N₂). All’interno di apposite tende o camere sigillate, si abbassa la concentrazione di O₂ sotto l’1% per un periodo prolungato (settimane o mesi), soffocando ogni stadio vitale di insetti e loro uova. È un metodo ecologico, non tossico e molto efficace.
  • Trattamento Termico:
    • Calore Controllato: Esposizione del manufatto a temperature di 52-56°C per alcune ore. Il calore denatura le proteine degli insetti, uccidendoli. Richiede un controllo preciso per evitare danni al legno (disidratazione, fessurazioni).
    • Freddo Estremo (Crioconfinamento): Esposizione a temperature di -20°C / -30°C per alcuni giorni. Il congelamento uccide gli insetti per shock termico. Anche qui, è necessario controllare la formazione di condensa durante le fasi di raffreddamento e riscaldamento.
  • Irraggiamento con Microonde: Le microonde riscaldano selettivamente l’acqua e i fluidi corporei all’interno degli insetti, cuocendoli. È un trattamento localizzato e immediato, ma richiede apparecchiature speciali e un’attenta calibrazione per evitare punti di surriscaldamento nel legno.

Capitolo 3: Il Protocollo d’Intervento – Dalla Diagnosi alla Verifica

L’applicazione di un biocida non è mai un’azione estemporanea. Segue un rigido protocollo scientifico:

  1. Identificazione e Diagnosi: Ispezione visiva, campionatura e analisi di laboratorio (es. microscopia) per identificare con precisione la specie biodeteriogena e valutarne l’entità.
  2. Scelta del Metodo (Studio di Fattibilità): Si valutano pro e contro di ogni metodo (chimico/fisico) in base all’opera, al suo stato, al contesto e al budget. Si prediligono sempre metodi fisici se applicabili.
  3. Test Preliminari: Su un’area campione poco visibile, si testa il prodotto o il metodo scelto per verificarne l’efficacia e, soprattutto, l’assenza di effetti collaterali sull’opera (alterazioni cromatiche, macchie, residui).
  4. Preparazione e Sicurezza:
    • Isolamento dell’Area: Il cantiere viene sigillato.
    • Protezione dell’Operatore: Uso di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) obbligatori: guanti nitrilici, mascherina FFP2 o FFP3, occhiali, camice.
    • Protezione dell’Ambiente: Aerazione forzata, sistemi di aspirazione.
  5. Applicazione: Esecuzione dell’intervento secondo i parametri stabiliti (dosi, tempi, temperature).
  6. Monitoraggio e Verifica: Dopo il trattamento, si monitora l’opera per assicurarsi dell’avvenuta eradicazione. Nel caso degli insetti, si usano spesso trappole a feromoni per catturare eventuali esemplari superstiti.

Capitolo 4: Etica, Sicurezza e Futuro

L’uso dei biocidi chimici è sempre più regolamentato e sottoposto a scrutinio. Il principio è “meno è meglio”. Un trattamento è etico solo se:

  • È Necessario: Non si interviene per paranoia, ma solo su infestazioni attive e dannose.
  • È Mirato: Si usa il prodotto più specifico possibile.
  • È Documentato: Si registra tutto per i restauratori futuri.
  • È Reversibile o Comunque non Precludente: Non deve impedire futuri interventi.

Il futuro della lotta ai biodeteriogeni è sempre più orientato verso la prevenzione (controllo del microclima, ispezioni periodiche) e l’ottimizzazione dei metodi fisici, in un’ottica di sostenibilità ambientale e massima tutela della salute umana e dell’integrità del bene culturale.

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