Utensili nel Restauro e Conservazione: una Guida Completa
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Il restauratore è un artigiano-scienziato il cui laboratorio è un crocevia tra la tradizione antica e l’innovazione tecnologica. La scelta dello strumento è dettata dalla sensibilità, dall’esperienza e dal rigore scientifico richiesto dall’opera.
1. Strumenti per l’Esame e la Diagnosi
Questi strumenti non sono invasivi e permettono di “leggere” l’opera prima di qualsiasi intervento.
- Lente di Ingrandimento e Microscopio Stereo: Fondamentali per l’osservazione ravvicinata. Permettono di valutare lo stato di conservazione della pellicola pittorica, la granulometria dei pigmenti, la presenza di microfessurazioni, segni di attacco biologico (ife fungine, uova di insetti) e le tecniche esecutive originali (penellate).
- Luce Radente: Una fonte di luce posizionata lateralmente rispetto alla superficie (con un angolo molto acuto). È indispensabile per evidenziare irregolarità superficiali non visibili a occhio nudo: sollevamenti dello strato pittorico, micro-ammaccature, texture delle stuccature e la morfologia delle craquelure.
- Luce Ultravioletta (UV): Sotto la luce UV, alcuni materiali emettono fluorescenze caratteristiche. Viene utilizzata per distinguere i ritocchi e le ridipinture moderne (che appaiono come macchie scure) dalle vernici originali, per identificare resine e adesivi specifici e, a volte, per rivelare firme nascoste.
- Luce Infrarossa (IR) e Riflettografia IR: La radiazione infrarossa penetra gli strati superficiali di pittura (a base di carbonio) rendendo visibili i disegni preparatori sottostanti (spesso eseguiti a carboncino o inchiostro), le pentimenti (modifiche apportate dall’artista) e scritte nascoste.
- Datalogger (Termoigrometri): Strumenti elettronici per il monitoraggio continuo del microclima (temperatura e umidità relativa) negli ambienti di conservazione (musei, depositi) e durante il trasporto. I dati raccolti sono cruciali per la prevenzione dei danni.
2. Strumenti per la Pulitura Meccanica e Manuale
Sono gli strumenti del “fare”, che richiedono una mano ferma e un’eccezionale sensibilità tattile.
- Bisturi e Scalpelli: Sono il prolungamento della mano del restauratore. Con lame di forme e dimensioni diverse (a punta, a mezzaluna, piatte), vengono usati per rimuovere con precisione millimetrica residui di sporco, vernici ossidate, stucchi eccedenti e vecchi restauri alterati. La pressione è controllatissima per non intaccare la pellicola originale.
- Spatole e Cucchiaini: In metallo o legno, servono per la manipolazione e l’applicazione di materiali da restauro come stucchi e preparazioni.
- Spazzole e Pennelli: Esistono di ogni forma, dimensione e durezza (morbide setole di martora, più dure di bue o sintetiche). Servono per rimuovere polveri non coese, applicare solventi, distendere adesivi e stucchi, ed eseguire le velature di reintegrazione pittorica.
- Microsabbiatrice e Microtrapano (Abrasione Controllata): Sono strumenti pneumatici o elettrici che proiettano micro-particelle abrasive (bicarbonato, ossidi, polveri di vetro) con pressione e granulometria controllate. Usati per puliture di superfici dure e complesse (sculture lapidee, metalli), evitando la dispersione di polveri nocive.
- Bastoncelli di Vetro e Legno: Appuntiti, sono usati per operazioni di pulitura estremamente delicate, come sotto la lente del microscopio, dove il contatto metallico sarebbe troppo aggressivo.
- Aspiratore con Filtro HEPA: Non un semplice aspirapolvere, ma uno strumento professionale con filtri ad alta efficienza che catturano anche le particelle più fini. È fondamentale per rimuovere la polvere senza disperderla nell’ambiente e per raccogliere i residui delle puliture.
3. Strumenti per l’Applicazione di Solventi e Prodotti Chimici
La pulitura chimica richiede controllo e precisione per limitare l’azione dei solventi allo strato da rimuovere.
- Bastoncini Cotonati (Cotton Fioc): Lo strumento più iconico del restauratore. Il cotone avvolto intorno a un supporto di legno o plastica viene imbevuto di solvente e passato sulla superficie con movimenti rotatori, assorbendo le impurità sciolte. Permette un test localizzato e un’applicazione controllata.
- Compresse di Cellulosa o Gel Rigidi: Sono i sostituti moderni dei batuffoli di cotone. Si tratta di gel strutturati (a base di solvente o acqua) che vengono applicati sulla superficie e rimossi dopo un tempo di posa prestabilito. Rilasciano il solvente in modo graduale e localizzato, minimizzando la penetrazione nel supporto e l’esposizione del restauratore ai vapori.
- Siringhe e Ago Ipodermico: Utilizzate per iniettare adesivi e consolidanti direttamente all’interno di fessurazioni, distacchi e sollevamenti dello strato pittorico. L’ago permette di raggiungere punti altrimenti inaccessibili.
- Spruzzini e Vaporizzatori: Per l’applicazione uniforme di solventi, biocidi o consolidanti diluiti su superfici ampie.
4. Strumenti per il Consolidamento e l’Adesione
- Spatola Riscaldata (a Vapore o Elettrica): Indispensabile per il restauro di dipinti su tela. Il calore controllato ammorbidisce la cera-resina utilizzata per la foderatura (l’incollaggio di una nuova tela di supporto a quella originale), permettendo una perfetta adesione sotto pressione.
- Pressa e Pesi: Per garantire una adesione uniforme e sotto pressione costante durante le operazioni di incollaggio di legni, carte e tessuti.
- Saldatore a Stagno per la Ceramica: Usato nella tecnica del “rampino” per restaurare ceramiche e porcellane. Si applicano piccoli morsetti di metallo (punti di graffa) che tengono insieme i frammenti, saldandoli poi con lo stagno.
5. Strumenti per la Reintegrazione Pittorica e la Stuccatura
- Tavolozza e Pestello: Per la macinazione e la miscelazione dei pigmenti, che devono essere puri e stabili per garantire la reversibilità del restauro. I colori moderni usati sono a base acquosa (es. acquarelli) o resinosa (resine sintetiche reversibili) per distinguersi dalla tecnica originale.
- Pennelli per la Reintegrazione: Di altissima qualità, con punte finissime e setole perfette. Permettono di eseguire la “selezione cromatica” (tratteggio), una tecnica di reintegrazione mimetica che, da vicino, è chiaramente distinguibile dall’originale, ma che ricostruisce l’unità dell’opera a una distanza di osservazione.
- Spatoline in Caucciù o Plastica: Ideali per applicare e modellare stucchi a base di gesso e colle, o stucchi acrilici, perché non si incollano e lasciano una superficie liscia.
6. Strumenti per la Documentazione e il Supporto
- Macchina Fotografica e Sistema di Illuminazione: La documentazione fotografica prima, durante e dopo l’intervento è un obbligo deontologico e scientifico. Serve a certificare lo stato di fatto e le fasi del lavoro.
- Microscopio Digitale con Fotocamera: Permette di catturare immagini ad altissimo ingrandimento per la documentazione e l’analisi dello stato di superficie.
- Software di Elaborazione Immagine (es. Photoshop): Utilizzati non per alterare le immagini, ma per creare mappe del degrado, sovrapposizioni di foto prima/dopo, e per analizzare le campionature cromatiche.
Conclusione:
Ogni strumento in questa lista è un’espressione del principio cardine del restauro: il rispetto per l’originale. Dall’umile cotton fioc al costoso microscopio, tutti sono al servizio della stessa missione: comprendere, stabilizzare e trasmettere alle generazioni future la fragile bellezza del nostro patrimonio culturale.